A te Jan. Al tuo scannamento senza misericordia alcuna. Alla folla berciante che defeca ogni sorta di umori, tra cui lento avanza il carro che ti conduce in catene verso il patibolo. Al vomito che sale in gola e alla febbre che arde le viscere. Alla Puttana Babilonese mentre annega il pazzo Davide che ha generato nel sangue suo e dei suoi fratelli. All'orrore incessante che ha inghiottito la nostra carne. All'oblio, che ha innalzato questa torre di morte oltre il cielo. Alla fine, una fine pietosa, efferata fine, una fine qualsiasi e ultima. Ho dimenticato.
A te Jan, fratello, malvagio sanguinario, volto tumefatto che affronta l'odio e i colpi che giungono da ogni parte. A te, demonio cacato da innominabili anfratti, vesti lacere intrise di sangue, un grumo informe al posto di un orecchio. A te, maiale da scotennare nel giorno di festa, mi nascondo e ti vedo chinare il capo sui ceppi, gridando ancora una volta l'insulto: - LIBERTÀ!
Ho colpito, depredato, ucciso.
La folla squarterebbe con le proprie mani, il boia lo sa e rotea la scure in una danza, ne assaggia il filo, lascia tempo alla brama di sangue che monta di ricoprire tutto in un fragore che non pare terreno.
Ho distrutto, saccheggiato, stuprato.
Ognuno è carnefice qui, e dovunque. Ciascuno impreca un figlio o un fratello sgozzati dal diavolo di Batenburg e dai suoi Armati della Spada. Non è cosí eppure è la verità. Ho dimenticato.
Alta la scure, silenzio improvviso, s'abbatte. Due, tre volte.
Un fiotto di vomito lorda calzari e mantello nei quali mi trascino ricurvo, s'alza di nuovo il boato, il trofeo viene sollevato grondante, i peccati sono mondati, le nefandezze possono continuare.
Mi ammazzeranno come un cane. A cosa è servito, a cosa, a cosa è servito? Freddo, dentro la bocca, freddo, freddo di abbandono. Devo andare via, sono già morto. Tosse, il braccio sinistro brucia impazzito sopra il polso, fino al gomito, sono già morto. Cosa dovevo fare.
La calca si allenta, sottile pioggia, accucciato tra ceste impilate alte contro un muro. Culo sopra talloni malfermi. Cosa.
Mi appenderanno a un palo, sono finito, tutti quelli che sono stato esigono la mia morte. Oppure massacrato a calci e lame corte in una buia strada di merda, via per dio, le forze lasciano. In Inghilterra, lontano da questa pozza di sangue, in Inghilterra forse, passando il mare, oppure al mare lasciare il destino di questo relitto. I miei nomi, le vite, Jan, bastardo, torna qui assassino. Riportale, o prenditi anche il poco che è rimasto.
***
- Comincia a caricarle!
Verso il tramonto, sono un mucchio di stracci bagnati, paralizzato dentro una cesta di stecche grosse con un poco di paglia addosso.
- Sistemo i cavalli per la notte, poi torno.
Non mi posso muovere, non posso pensare, il fuoco che ha estirpato il marchio brucia, brucia. È cosí la fine?
- Uh, checcazzo, uhé straccione, cazzo, fai paura, esci da qua.
Non rispondo. Non mi muovo. Apro gli occhi.
- Oooh! Porca puttana, sembra morto questo... Vaffanculo, mi tocca sotterrarlo 'sto poveraccio... Cristo.
Un ragazzone alto con la faccia imberbe di bambino, braccia potenti, un po' voltato per non guardarmi. Fermo.
- Sto morendo. Non farmi morire qui.
Sobbalza: - Porca... Checcazzo dici? Cosa? Non sei morto, allora, ma fai paura lo stesso, amico, paura.
- Non farmi morire qui.
- Sei pazzo, non ti posso caricare. Il padrone mi rompe il culo a scudisciate, ho quindici anni io, checcazzo, come faccio adesso...
Mi fissa.
- Aaron! Che cazzo fai, dormi!? Datti una mossa sí per favore o come cazzo te lo devo dire sí nel latinorum dei preti rottinculo sí forse è quella la lingua che ti piace. Aaaaron!
Nel terrore dei miei occhi specchia il suo, esita un istante, balbetta sconnesso, sí sí padrone... Certo un istante solo, padrone.... mi copre con dell'altra paglia asciutta, eccomi, un attimo e il carico è completo, mi carica Aaron, è a posto, lega la cesta salda insieme alle altre.
- Muoviti allora! Che devo ancora mangiare, cacare e riposare, testone, che all'alba saremo già in piedi da un pezzo, in marcia per Anversa, a farci rompere i coglioni dalle teste d'uovo e dagli scaricatori di porto. Muoviti Aaron!
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