Mühlhausen, Turingia, 20 settembre 1524

Articolo primo: [...] Avanziamo umilmente la richiesta che d'ora in poi l'intera comunità possa esercitare il diritto di scegliere e di nominare direttamente il suo parroco [...]
Articolo secondo: [...] È nostra volontà che d'ora in poi la decima sul grano venga raccolta dai membri del presbiterio scelto dalla comunità e lasciata al parroco quanto basta per un adeguato sostentamento suo e dei suoi. Ciò che rimane deve essere diviso tra i poveri del paese a seconda dei loro bisogni [...]
Articolo terzo: [...] Finora è stata consuetudine quella di considerarci proprietà personale del signore, cosa riprovevole, se si pensa che Cristo col suo sangue prezioso ci ha riscattato e redento tutti, senza eccezione [...] Non dubitiamo allora che voi, in quanto veri cristiani, ci libererete dalla servitú della gleba [...]

Poco dopo il vespro una notizia si mescola all'odore della birra che comincia a riempire i boccali. Hanno messo dentro un tale, mezzo ubriaco, che ha insultato il borgomastro.
In breve, non si parla d'altro. Chi era il tale? Che gli ha detto di preciso? Dov'è successo? Si viene a sapere che l'hanno rinchiuso nei sotterranei del Municipio e la cosa fa incazzare tutti. Molti si alzano in piedi nervosamente, battono i pugni sul tavolo, escono per avvertire quanta piú gente possibile. Questa volta ce la pagano, quei bastardi!
Metto il naso fuori dall'osteria. Mezzo sobborgo di San Nicola è sceso in strada e le grida si ingrossano rotolando da un labbro all'altro. I piú eccitati, con ancora i boccali o i pettini da telaio stretti in mano, come sorpresi da un'imboscata nel cuore della notte, salgono a passi nervosi il selciato che conduce alla porta Felchta e alla chiesa di San Giacomo. Cercano il Magister. Scende, attorniato da un pulsare di voci impazienti di esporgli le proprie convinzioni sul da farsi. Poco sopra di noi, il gruppo rallenta e comincia a ingrossarsi naturalmente, in corrispondenza della locanda dell'Orsa, dove la strada si allarga in prossimità del lavatoio.
In un mese da che siamo qui ho avuto modo di apprezzare come il fantasma dell'agitazione sia un abitante in piú di questa città. Tuttavia non capisco del tutto una simile reazione a un arresto che non ha niente di eccezionale. Non si sa nemmeno chi sia finito dentro. Solo un particolare fa da perno al correre delle voci: il malcapitato ingiuriatore è stato rinchiuso nei sotterranei del Municipio, mentre avrebbero dovuto utilizzare la torre dello stesso palazzo.
- Cos'è questa storia della torre e dei sotterranei? - chiedo a un anziano che osserva la scena di fianco a me.
- Ottavo articolo del nostro ordinamento municipale: mai piú incarcerazioni nei sotterranei, ma solo nella torre. Vedessi che fogna sono, quei sotterranei, capiresti che non è questione di codici!
Alzo gli occhi sopra le teste: Magister Thomas è già in piedi sopra un paracarro. Urla contro il sopruso e lo sberleffo al popolo. Sotto di lui un via vai continuo di gente che corre a chiamarne altra e va a raccogliere attrezzi e pietre. In mezzo alla folla, Elias si fa strada verso di me. Quando mi vede, grida piú alto di tutti: - Va' a cercare Pfeiffer! Digli che tra non molto saremo sotto le finestre del Municipio e che porti quanta piú gente può.
Di corsa fino alle mura. Mi faccio riconoscere dalla sentinella: nessun problema, evidentemente non si aspettano alcuna reazione. Sempre correndo imbocco la Kilansgasse. Un clamore al fondo della strada, verso la Chiesa di San Biagio, mi informa che Pfeiffer non ha perso tempo.
Non appena giro l'angolo e gli compaio di fronte, anche lui in piedi su un pulpito improvvisato, interrompe a metà l'arringa e indicandomi si mette a gridare: - Ecco, ecco un messaggero dal sobborgo di San Nicola. Senz'altro viene a dirci che Thomas Müntzer e i suoi sono sconvolti dalla decisione di quel maiale del borgomastro... Non è vero, fratello?
Le teste dell'uditorio ruotano verso di me come un campo di girasoli.
- Certo, fratello Pfeiffer! Dalla porta Felchta quelli di San Nicola muovono già verso il Municipio.
Mentre mi avvicino a quella piccola folla, Pfeiffer salta giú dal suo fittone e mi corre incontro. Mi getta un braccio intorno alle spalle e sussurra: - Di', fratello, in quanti sarete là da voi?
Esagero: - Su duecento potete contare.
Mi arpiona la clavicola: - Bene, questa è la volta che ce li fottiamo -. Poi, a voce piú alta: - Si pentiranno di questo affronto, parola mia. Al Municipio, fratelli, al Municipio!
Le sue parole sono già grido di battaglia.
Non so come siano spuntati i forconi, le torce e le spranghe. Semplicemente, a un certo punto svettano sulla foresta di teste, molto piú spaventosi delle alabarde degli sbirri che chiudono l'accesso al palazzo. Uno di loro si lancia su per le scale a chiedere istruzioni. Torna seguito da una quindicina di altri sgherri.
La discussione si accende nelle prime file. Circola la notizia che l'insulto preciso rivolto da Willi Pustola al borgomastro Rodemann sia stato un «Baciami il culo», accompagnato da un'esibizione del posteriore. Per molti si tratta di un invito fin troppo esplicito a ripetere il gesto, e decine di culi prendono di mira il Municipio.
Improvvisamente, là davanti, un boato. Spingo e mi aggrappo per vedere meglio, pregustando già la scena dell'umiliazione definitiva di Rodemann. Invece vedo Elias che solleva di peso, alto sopra le spalle, un piccoletto di mezza età, con la testa quasi pelata e il naso paonazzo pieno di bugni. Grida di gioia e mani tese lo accolgono e lo sbalzano sopra le teste: - È Willi! Evviva Willi! Rottinculodimerda! Viva Willi! Topidifogna! Grande Willi!
La folla lo porta in trionfo attraverso la piazza; una ragazza sulle spalle di qualcuno gli scopre le tette davanti e Willi ci si butta a pesce come un miracolato. Gli tirano verdure e dolci che lo imbrattano dalla testa ai piedi. Ridendo gli grido: - Viva re Willi! Viva l'eroe della gente di Mühlhausen!!!
E l'ubriacone, come se mi avesse sentito, si gira nella mia direzione e fa un segno di benedizione nell'aria, un attimo prima che un cavolfiore lo centri in piena faccia.

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