Articolo decimo: Siamo gravati dal fatto che alcuni si siano appropriati di pascoli e campi, che in passato appartenevano alla comunità. Questi noi ce li riprendiamo, rimettendoli nelle mani della comunità, a meno che non siano stati acquistati legittimamente. [...]
Articolo undicesimo: Vogliamo abolire completamente l'usanza chiamata mortuario.
Articolo dodicesimo: È nostra decisione e convinzione definitiva che, se uno o piú articoli di quelli elencati non dovessero essere conformi alla parola di Dio, allora è nostra opinione che essi non debbano valere piú. [...] Vogliamo pregare Dio perché solo Lui e nessun altro ci può dare tutto questo. La pace di Cristo sia con tutti noi.
La notizia del suo arrivo vola di bocca in bocca, su per la strada principale. Due ali di folla si accalcano per poter salutare l'uomo che ha sfidato i principi, popolani e contadini accorsi dai borghi limitrofi. Quasi piango dall'emozione. Magister, devo raccontarti tutto, di come abbiamo lottato e di come siamo riusciti a essere qui, oggi, ad accoglierti, senza che ci sia uno sbirro in giro. Hanno una gran paura, se la fanno sotto, se provano a farsi vedere rischiano grosso. Siamo qui, Magister, e con te possiamo rivoltare questa città da capo a piedi e stanare il Consiglio. Ottilie è accanto a me, gli occhi lucidi, un vestito lindo, di un bianco che la fa spiccare nella massa dei rozzi borghigiani. Eccolo! Sbuca dalla curva su un cavallo nero, al suo fianco Pfeiffer, che gli è andato incontro sulla strada. Due braccia d'acciaio mi stringono da dietro e mi sollevano a mezz'aria.
- Elias!
- Amico, ora che c'è lui, quelli del Consiglio si cagheranno addosso, vedrai!
Una risata sguaiata, anche il rude minatore dell'Erz non riesce a contenere l'entusiasmo.
Magister Thomas si avvicina, mentre la folla si richiude dietro di lui e lo segue. Scorge il segno di saluto di sua moglie e si abbassa sul cavallo. Un abbraccio forte e una parola sussurrata che non posso cogliere. Poi si rivolge a me: - Salute, amico mio, sono contento di trovarti sano e salvo in un giorno come questo.
- Non sarei mancato neanche se avessi perso le gambe, Magister. Il Signore è stato con noi.
- E con loro... - un gesto a indicare la folla.
Pfeiffer sorride: - Andiamo, devi parlare in chiesa adesso, loro vogliono sentire le tue parole.
Un gesto: - Muoviti, non vorrai rimanere indietro!?
Tende la mano a Ottilie e l'aiuta a salire sul cavallo.
Corro verso il portale di Nostra Signora.
La navata è gremita, la gente si accalca fin sul piazzale antistante la chiesa. Dal pulpito, il Magister spazia con lo sguardo su quel mare di occhi, e ne trae la forza della parola. Il silenzio si diffonde rapidamente.
- La benedizione di Dio scenda su di voi, fratelli e sorelle, e vi conceda di ascoltare queste parole con cuore saldo e aperto. Non un respiro.
- Il digrignar di denti che oggi si alza, dai palazzi e dai conventi contro di voi, gli insulti e le bestemmie che i nobili e i monaci scagliano contro questa città, non scuotano le vostre menti. Io, Thomas Müntzer, saluto in voi, in questa folla qui riunita, la gloriosa, finalmente desta, Mühlhausen!
Un'ovazione si alza sulle teste, il saluto ricambiato del popolo.
- Ascoltate. Ora sentite tutt'intorno a voi il vociare confuso, stizzito, rabbioso, di coloro che da sempre ci opprimono: i principi, i grassi abati, i vescovi, i notabili delle città. Sentite il loro sbraitare, là fuori, sotto le mura!? È l'abbaiare dei cani a cui sono state strappate le zanne, fratelli e sorelle. Sí, i cani che con le orde dei loro soldati, dei loro esattori, ci hanno insegnato cos'è la paura, ci hanno insegnato a ubbidire sempre, a chinare la testa in loro presenza, a ossequiarli come schiavi davanti ai padroni. Coloro che ci hanno regalato l'incertezza, la fame, le tasse, le corvée... Costoro, oggi, fratelli miei, piangono di rabbia perché il popolo di Mühlhausen si è alzato in piedi. Quando uno solo di voi rifiutava di pagar loro i tributi, o di riverirli a dovere, potevano farlo fustigare dai loro mercenari, potevano imprigionarlo e ucciderlo. Ma voi oggi, qui, siete migliaia. E non potranno piú frustarvi, perché ora voi avete in mano la frusta, non potranno piú imprigionarvi, perché voi avete preso le prigioni e ne avete divelto le porte, non potranno piú uccidervi né rubare al Signore la devozione del Suo popolo, perché il Suo popolo è in piedi e volge lo sguardo verso il Regno. Nessuno potrà piú dirvi fai questo, fai quello, perché da oggi vivrete in fratellanza e comunione, secondo l'ordine gradito al Signore, e non ci sarà piú chi lavora la terra e chi ne gode i frutti, poiché tutti lavoreranno la terra e ne godranno i frutti in comunità, da fratelli. E il Signore sarà onorato, poiché non ci saranno piú padroni!
Un altro boato d'entusiasmo risuona nella grancassa dell'abside e sembra il grido di diecimila.
- Mühlhausen è pietra di scandalo per gli empi della terra, è la premonizione dell'ira di Dio che sta per travolgerli ed è per questo che essi tremano come cani. Ma questa città non è sola. Nella strada che ho percorso per giungere qui da Basilea, dovunque, in ogni borgo, dalla Foresta Nera alla Turingia, ho visto i contadini insorgere armati della loro fede. Dietro di voi si sta formando l'esercito degli umili che vogliono spezzare le catene della schiavitú. Essi hanno bisogno di un segnale. Voi dovete essere i primi. Fare ciò che tanti, altrove, per paura stentano ancora a fare. Ma siate certi che il vostro esempio sarà seguito da altre città, vicine o cosí distanti che ne ignoriamo perfino il nome. Voi dovete aprire la strada del Signore. Nessuno mai potrà sottrarvi l'orgoglio di questa impresa. Io saluto in voi la libera Mühlhausen, la città su cui Dio ha posato il Suo sguardo e la Sua benedizione, la città della rivincita degli umili sugli empi della terra! La speranza del mondo comincia da qui, fratelli, comincia da voi!
Le ultime parole vengono coperte dal frastuono, Magister Thomas deve urlarle a squarciagola. Salto anch'io in mezzo a quella gioia: non ci scacceranno mai piú da nessuna città.
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