Eltersdorf, autunno 1526

Riparo le stie per i polli, in previsione dell'inverno, inchiodo le assi perché le bestie non soffrano troppo il freddo. La sera mi reimmergo nelle memorie.
Ricordo che venne il tempo del Föhn, lo stesso che spira ora su un mondo diverso.
Il Föhn: vento caldo, denso d'umido e secrezioni che spira da meridione, si insinua per la catena alpina e sfocia nei campi e le vallate, risalendo col suo carico d'umori folli e violente passioni, per cui va famoso. Si impadroní di noi e di quell'inverno di febbre e delirio, avvinghiò i nostri corpi in un fremito privo di controllo, prima di scagliarli in una danza di morte che incide ancora tutti quei nomi sulla mia carne. Nomi. Dei luoghi, dei volti. Nomi di morti. Li leggevo nelle Scritture, prima, e saettavano fuori dai fogli racchiusi nei tomi, unendosi indissolubilmente alla gioia degli occhi delle sorelle, assumendo le espressioni luminose dei loro bambini, i profili affilati, ruvidi, di contadini e minatori liberi nello Spirito di Dio.
Jacob, Matthias, Johannes, Elias, Gudrun, Ottilie, Hansi.
Nomi di morti, adesso. Non avrò piú nomi, mai piú. Non legherò la vita al cadavere di un nome. Cosí li avrò tutti. Oggi sono vivo per ricordarli, e posso ascoltare la pioggia battere sul tetto, mentre un altro autunno si consuma sotto l'incalzare del tempo ed Eltersdorf si prepara a ricevere la prossima neve, il gelo dopo quest'ultimo alito caldo.
L'ottobre del '24 finí con un'altra espulsione extra muros. Stavolta si trattava di Norimberga. Da circa una settimana i due addetti della stamperia di Hergott ci avevano consegnato il frutto di notti senza sonno e giornate di lavoro furibondo; i due scritti che il Magister aveva portato con sé da Mühlhausen: cinquecento esemplari della Esplicita messa a nudo, piú altrettanti della Confutazione. Inoltre le modifiche apportate al metodo di composizione dei quarti di pagina, ci avevano fatto ricavare diverse migliaia di fogli separati, di piccole dimensioni, sui quali era riprodotta una versione brevissima del nostro programma, insieme a incitamenti, rivolti soprattutto alle donne, e alla benedizione del Signore che ci avrebbe protetto anche con la spada, se necessario. Avremmo potuto distribuirli liberamente, durante gli spostamenti tra campagne, borghi, contadi. Dopo una discussione non priva di momenti di ilarità, decidemmo di chiamarli flugblatt («foglio volante») proprio per via di quella caratteristica di fogli singoli dalla forma ridotta, che potevano passare agevolmente di mano in mano, adatti alla gente umile, in una lingua semplice che molti avrebbero compreso direttamente o facendosene dare lettura da qualcuno.
Quella settimana era trascorsa tra il via vai di emissari e corrieri che garantivano il primo giro di distribuzione dei testi del Magister in varie regioni: cento copie erano già state spedite ad Augusta. Ma il clima cittadino non era molto rassicurante. Grande scalpore aveva suscitato, ad esempio, l'ennesima impresa di Denck, che il 24 o 25 di ottobre aveva arringato oltre ogni misura gli studenti di San Sebaldo, con aperti inviti a far strage di chi si arrogava il diritto esclusivo d'interpretare la parola di Dio. Discorso al termine del quale, Johannes la volpe, con una tipica improvvisazione, si era autoproclamato rettore della scuola stessa, acclamato dagli studenti entusiasti. Tutto ciò era piaciuto molto poco alle autorità locali, pressate anche dalle notizie incessanti sul dilagare di rivolte nella Selva e in tutte le regioni circostanti, per cui fin dal giorno successivo si era sparsa la voce di un'imminente cacciata di Denck dalle mura cittadine.
E cosí fu. Il 27 ottobre il carico di libri di fratello Höltzel venne fermato alla Porta Spitfler, mentre usciva dalla città per dirigersi a Magonza. Tra i volumi le guardie del Consiglio cittadino, evidentemente già messe in preallarme, trovarono venti copie dell'Esplicita messa a nudo, sequestrarono tutta la partita e scacciarono in malo modo Höltzel, che aveva ricevuto dal Magister il compito di diffondere e ristampare lo scritto. Nell'arco della stessa giornata la voce sull'imminente espulsione di Denck divenne certezza. All'alba del 28 ottobre eravamo già tutti in arresto. Agli sbirri sarebbe occorso ancora un giorno intero per rintracciare il nostro deposito: Hergott era tornato, non aveva esitato a denunciarci e a permettere alle guardie di interrogare a lungo i due apprendisti. L'intera tiratura venne sequestrata. Solo Hut il giorno prima era riuscito a far trasferire a Bibra i fogli volanti, insieme ad alcune copie degli scritti del Magister.
Il Consiglio non voleva guai. Due borgomastri ci fecero visita a tarda sera nella cella e ci comunicarono che la decisione era stata presa: prima dell'alba ci avrebbero condotto fuori città senza dare notizia dell'arresto e dell'espulsione.
Magister Thomas, Ottilie, Pfeiffer, Denck, Hut, Elias e me. Ci ritrovammo di nuovo sulla strada, a contemplare lo spettacolo incredibile dell'alba che spuntava timidamente dietro i pinnacoli di Norimberga, tingendoli di rosa. Questa volta il Magister non sembrava affatto turbato dagli eventi: Hut ci condusse a casa sua, a Bibra, a poche miglia di cammino, un posto sicuro in cui decidere il da farsi.
Lí il Magister ci disse che era necessario separarsi e questo ci inquietò non poco: l'aver condiviso le disavventure degli ultimi mesi ci aveva affiatato molto e sembrava assurdo sciogliere la compagnia.
Ricordo la determinazione nei suoi occhi: - Lo so, ma noi sette dobbiamo fare il lavoro di cento - disse - e se resteremo tutti uniti non ci riusciremo mai. Ci sono compiti che hanno la priorità assoluta e che dobbiamo suddividerci. Il tempo è maturo, gli empi possono essere messi alle strette, mezza Germania è in rivolta, non c'è un attimo da perdere.
Si voltò verso Hut: - Innanzi tutto è necessario assicurarsi che almeno i libri spediti ad Augusta siano giunti a destinazione, e cercare di diffonderli il piú rapidamente possibile...
Hut annuí senza aggiungere nulla. La missione era sua.
Il Magister continuò: - Per quanto riguarda me, è di vitale importanza che raggiunga Basilea. Devo incontrare Ecolampadio e verificare se davvero la situazione è cosí fervida come mi hanno scritto i fratelli di laggiú. Se la piú importante città della Confederazione Elvetica passasse dalla nostra parte i principi avrebbero vita dura... - il suo sguardo cadde su Denck. - Credo che tu Johannes dovresti venire con me. Hai già operato in una grande città e il tuo consiglio sarebbe di grande aiuto.
- E noi altri? - Pfeiffer sembrò preoccupato. - Dove ci andremo a ficcare?
Magister Thomas raccolse un pesante sacco di iuta e lo aprí sul tavolo, quanto bastò per rovesciare parte del contenuto davanti ai nostri occhi. I fogli volanti scivolarono sulle assi come se una mano invisibile li muovesse.
- Ecco i semi. Le campagne saranno il vostro campo.
Il mio sguardo disorientato incontrò quelli di Pfeiffer e di Elias.
Ottilie raccolse alcuni fogli: - Certo, i contadini... i contadini, - guardò me. - Devono poter sapere, bisogna fargli sapere che i loro fratelli in tutta la Germania si stanno sollevando. E per chi non sa leggere, leggeremo noi... - Poi, rivolta a Pfeiffer: - Un esercito, Heinrich, un'armata di contadini che liberi palmo a palmo questa terra dall'empietà... - cerca l'approvazione del Magister. - Marceremo coi contadini su Mühlhausen, là c'è ancora molta gente che vuole spezzare il giogo dei tiranni e dei falsi profeti!
Sentii il calore del coraggio che mi gonfiava il cuore e i muscoli, gli occhi e le parole di quella donna accesero un fuoco che pensai niente e nessuno avrebbe mai piú potuto estinguere.
Indicandoci, Magister Thomas si rivolse a lei con un sorriso e disse: - Moglie, affido a te questi tre uomini. Fa che li ritrovi sani e salvi al mio ritorno. Dovrete essere prudenti, gli sgherri dei principi sono sguinzagliati per il contado, non fermatevi mai, non dormite mai due notti consecutive nello stesso posto, non fidatevi di nessuno il cui cuore non sia per voi come un libro aperto. E confidate in Dio, ogni momento. Sua è la luce che illumina il nostro cammino. Badate di non perderla mai. Confido che in capo al nuovo anno ci ritroveremo tutti alla chiesa di Nostra Signora in Mühlhausen. Buona fortuna, e che il Signore sia con ognuno di voi.

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