Mühlhausen, 1 dicembre 1524

Articolo settimo: D'ora in poi un signore non deve piú aumentare gli oneri a suo piacere. [...] Quando però il signore ha bisogno di un servigio, il contadino lo fornirà obbediente e volentieri; lo farà però nei giorni e nelle ore in cui non gliene può venire del danno, e in cambio di un adeguato compenso in denaro.
Articolo ottavo: [...] Noi chiediamo che il signore faccia esaminare questi beni [dei quali usufruiamo] da gente fidata, per decidere qual è il giusto canone, affinché il contadino non faccia un lavoro senza mercede, poiché chi fa un lavoro ha diritto a essere ricompensato.
Articolo nono: [...] È nostra convinzione che bisogna fare riferimento alle pene del vecchio ordinamento giuridico scritto, il quale prevede un giudizio obbiettivo e non uno dettato dall'arbitrio.

L'odore pungente e disgustoso delle sostanze usate per conciare le pelli mette fretta alla guardia che presidia la porta. Il pellicciaio viene fatto passare dopo un controllo molto sbrigativo, e cosí il suo folto seguito, nel quale nessuno ha modo di individuare una vecchia conoscenza della città imperiale, un ex studente di Wittenberg, un colossale minatore e una giovane donna con occhi di giada.
Le strade di Mühlhausen sono gonfie di carri, trascinati nel pantano di gente dalla fatica di buoi, cavalli, somari e, non raramente, umani. Enormi insaccati, stritolati da un groviglio di funi e cordelle, spesso cosí alti da oscurare le finestre delle case. Carichi di arnesi per ogni tipo di mestiere, mobili per ogni genere di abitazione, abiti per ogni sorta di individuo. Spuntano da ogni angolo, quando meno te l'aspetti, preceduti d'un soffio dalle grida del conducente che chiede strada, a una velocità sempre troppo elevata per non dar luogo a spinte, urti e calpestamenti.
Nelle strade piú larghe, ai due lati, si sistemano i venditori meno attrezzati, con la merce adagiata per terra; mentre in piazza stanno quelli che hanno almeno due pali e un telo da riparo o carri lussuosi che con giochi di cerniere e incastri si trasformano in vere e proprie botteghe. C'è chi illustra urlando le qualità dei suoi prodotti e chi preferisce chiamarti con un bisbiglio, come se avesse intuito che proprio tu saprai apprezzare la sua incredibile offerta; altri ancora mandano in giro i garzoni ad abbordare i clienti e offrono birra a chi si trattiene per contrattare. Molte famiglie girano aggrappate a una corda, nel timore che il marasma trascini via qualcuno.
Elias scruta la folla. Nella zona dei mercanti di stoviglie ha già riconosciuto quelli di Allstedt. Un'occhiata dalla parte dei vetrai conferma l'arrivo dei contadini dell'Hainich. Piú in là, quelli che salutano alzando la Bibbia dovrebbero essere di Salza.
Ottilie alza gli occhi, in attesa del segnale. Ha già individuato il merlo, uno del Consiglio cittadino, indicatole da Pfeiffer. Bisogna aspettare i minatori di Mansfeld, che ancora non si sono fatti vedere. Senza di loro, non si fa niente.
Un ragazzino si fa largo tra la folla: - Signore, vi serve un vestito nuovo! Venite a visitare la bottega di mio padre, vi ci porto io, signore... - Si aggrappa alla mia casacca.
Mi giro infastidito, sussurra: - I fratelli minatori sono qui, dietro a un carro di mattoni.
Strattono Elias: - Si comincia, ci siamo tutti.
Lascio cadere una moneta sul palmo teso del piccolo messaggero, una carezza sulla fronte, e mi preparo a godermi la scena.
Ottilie si avvicina al suo uomo, nel punto di maggior folla, di fronte a un liutaio. Gli si piazza dietro e preme leggermente il seno sulla schiena di lui, bisbiglia qualcosa accostando le labbra al suo orecchio e lasciando che i capelli biondi gli striscino sulla spalla. Poi, con una mano, comincia a lavorarlo in mezzo alle gambe. Vedo la nuca del povero coglione diventare color vermiglio. Si liscia la barba nervoso: non resiste. Restando voltato si piega leggermente e comincia a infilarle il braccio sotto la gonna. Quando ha ormai raggiunto le zone alte, Ottilie leva la mano tentatrice, si tira indietro e, bloccandogli il braccio in quella scandalosa postura, comincia a gridare, mentre con l'altra mano lo schiaffeggia a piú non posso.
- Bastardo, verme, verme schifoso, Dio ti maledica!
È il segnale. Intorno a Ottilie si accende la mischia, mentre dai quattro angoli della piazza cominciano ad avanzare compatti i nostri fratelli. Rovesciano la merce, malmenano i mercanti, calpestano i birrai.
- Infilare le mani sotto le sottane, è questo che sanno fare i signori di Mühlhausen?!
Il primo a raggiungerci è un contadino, che si è aperto un varco come un ariete, afferrando i borghigiani che gli capitavano a tiro per il bavero e spaccandogli la faccia a craniate. Subito dopo arriva uno dei minatori, con un fascio di archibugi, bastoni, e coltelli rubati a un armaiolo.
- Queste per voi, - dice. - E ce ne sono ancora parecchie!
- Maledetto birraio, - continua a urlare Ottilie. - Lo riconosco: è uno del Consiglio!
Urlo a squarciagola: - Ci hanno venduti ai mercanti di birra!
Le voci si moltiplicano e aumentano di volume: - Consiglieri bastardi, venduti, fuori da Mühlhausen!
Molti di quelli che urlano non hanno nemmeno assistito alla messa in scena e pensano si tratti di un tumulto di piazza per soppiantare il Consiglio. E hanno ragione.
Tutto avviene con la massima rapidità. La marea, come attratta da un misterioso magnete, comincia a inondare la Kilansgasse, che dalla piazza del mercato conduce fino al Municipio. Rivoli si disperdono qua e là: anime pie bisognose di far visita alle chiese.
A un tratto mi guardo intorno e scopro di essere rimasto solo; Elias, Heinrich e Ottilie sono spariti. Un contadino di fianco a me atterra il suo avversario, vestito fin troppo bene, con una gomitata alla mascella e un pugno sotto le costole.
- Sí, fratello, pestiamo gli empi come cani! - gli urlo esaltato.
Le guardie stanno ben attente a non farsi vedere. La città è nostra.

***

Suona la prima campana del coprifuoco. Ritrovo gli altri al Pozzo dell'Arcangelo, dove ci siamo dati appuntamento nel caso ci si fosse persi di vista. Ci sono altri due che non mi pare di conoscere.
Pfeiffer fa gli onori di casa: - Oh, eccolo qua, il nostro studente ribelle! Questi sono Briegel e Hülm, due degli otto rappresentanti del popolo di Mühlhausen.
- E queste, - mi fa uno dei due, agitando quello che sembra un grosso sonaglio - sono le chiavi della nostra città!
- ...cioè, - completa l'altro, - il diritto di decidere chi deve star fuori e chi può entrare.
- Ce l'abbiamo fatta. Thomas potrà tornare, - annuncia Ottilie con un sorriso.
- Quanto a voi, - prosegue Briegel o Hülm, - la libera città imperiale di Mühlhausen vi dà il suo benvenuto.

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