L'uomo che mi porta dal Coniatore è una montagna: nuvola nera di chioma e barba che cingono la testa di un toro, mani enormi di minatore. Si chiama Elias, ha seguito Müntzer da Zwickau, senza lasciarlo mai, come una grande ombra protettiva. Uno sguardo a pesare ciò che ha di fronte: pochi chili di carne cruda, per uno spaccapietre dell'Erz. Uno studentello con la testa piena di congetture in latino, che chiede di poter parlare con Magister Thomas, come lo chiama lui.
- Perché cerchi il Magister? - mi ha chiesto subito.
Ho detto di quando la voce di Müntzer ha impietrito Melantone e dell'incontro con il profeta Stübner.
- Se fratello Stübner è un profeta io sono l'arcivescovo di Magonza! - ha esclamato con una risata. - La voce del Magister, quella sí che ti strizza le palle!
È una casa di artigiani. Tre colpi sulla porta e l'uscio si apre. Una giovane donna con un bambino al seno, la mole di Elias mi fa strada nell'unica stanza. Nell'angolo, un uomo si rade dandoci le spalle, intona un canto popolare che ho già sentito in un'osteria.
- Magister, c'è qui uno che è venuto da Wittenberg per parlarti.
Lama in mano, si volta: - Bene. Qualcuno mi spiegherà cosa succede in quella fogna!
Una testa tonda, un grosso naso, occhi fiammeggianti che turbano un volto bonario.
Senza esitare: - Nulla può accadere, ormai. Carlostadio è stato esiliato.
Annuisce tra sé, una conferma: - Con chi credeva di avere a che fare? Dietro fra' Martino c'è Federico - agita il coltello con rabbia: - Il buon Carlostadio... Pensava di fare le riforme in casa dell'Elettore! E col permesso di frate Menzogna in persona! In un serraglio di borghigiani e dottorini che pensano alla sorte degli uomini come un frutto dei loro calamai... Non saranno le penne a scrivere le riforme che attendiamo.
Per la prima volta sembra rivolgersi a me: - Lutero e Melantone hanno esiliato anche te?
- No. Me ne sono andato io.
- E perché sei venuto qui?
Il gigante Elias mi porge uno sgabello, siedo e comincio la parabola del Buoncarlostadio, la farsa del rapimento di Lutero, l'arrivo dei Profeti di Zwickau.
Ascoltano con attenzione e capiscono la mia frustrazione, la delusione per la riforma di Lutero, l'odio per vescovi e principi maturato negli anni. Le parole sono quelle giuste e vengono alle labbra con facilità. Annuiscono gravi, Müntzer ripone il coltello sulla mensola e comincia a vestirsi. Il gigante non mi guarda piú con malcelata derisione.
Poi, il maestro degli umili agguanta il mantello ed è già sulla porta.
- Una giornata piena di cose da fare! - sorride. - Continuerai il tuo racconto per strada.
Mentre parlo so che non ci separeremo.
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